Pera al teatro Sangiorgi di Catania
Sono stato a seguire la conferenza di Pera al Teatro Sangiorgi, in cui ha presentato il volume Perchè dobbiamo dirci cristiani. Complessivamente devo dire che ha detto solo un cumulo di idiozie insieme al teologo di "alta scienza" mons. Ventorini. Sono entrambi la prova vivente che in Occidente non siamo per niente cristiani. La prova mi sembra di un'evidenza schiacciante: questi due grandi intellettuali non conoscono minimamente la Bibbia. Secondo Pera il giudaismo e il cristianesimo avrebbero introdotto l'idea dell'eguaglianza e della pari dignità degli uomini, perchè Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza dotandolo di ragione. Pera non ha capito niente.
Analizziamo la proposizione: "l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio". Chi è l'uomo? Chi è Dio? L'uomo è la creatura, Dio il Creatore. Appare evidente che esiste una enorme differenza ontologica tra Dio e l'uomo. L'uomo non è uguale a Dio, è una sua copia, che lo rassomiglia. Il rapporto tra l'uomo e Dio è un rapporto tra inferiore e superiore, lo stesso identico rapporto che sussiste tra lo schiavo e il suo padrone. Tutti i rapporti della Bibbia sono concepiti in verticale e a partire dalla subordinazione dell'inferiore al superiore. Lo schiavo è sottomesso al padrone, come la donna all'uomo, come il giovane all'anziano, come il figlio al padre, come le pecore al pastore.
La legislazione del Deuteronomio, esodo, Levitico, ammette la schiavitù, la guerra santa, la distruzione dell'apostata e dell'idolatra, nonchè la discriminazione per le donne, gli handicappati e gli stranieri.
Anche per Cristo il regno di Dio ammette un kurios (padrone) e schiavi (doulos). Essere cristiano significa essere schiavo (doulos) di Dio o schiavo di Satana. L'obbedienza della fede è upakoe, termine utilizzato anche per indicare l'obbedienza dello schiavo al padrone.
Inoltre Pera dimentica che l'uomo non solo è creatura ontologicamente inferiore a Dio suo creatore, ma è anche creatura decaduta a causa del "peccato originale", versione riveduta e manipolata del racconto della genesi. Proprio a partire dal peccato originale i padri della Chiesa hanno giustificato come conseguenza del peccato originale la schiavitù. In testa Sant'Agostino e soprattutto San Giovanni Crisostomo. La Bibbia non ha nulla a che vedere con il liberalismo.
La chiesa oggi sostiene l'eguaglianza degli uomini, i diritti dell'uomo solo perchè papi massoni come Giovanni XXIII e Paolo VI hanno traghettato la Chiesa nel modernismo. Di fatto oggi la chiesa afferma ciò che ha sempre negato (es. i diritti umani).
Benedetto XVI e Pera parlano oggi del liberalismo e della consustanzialitàcon il cristianesimo. Ma se fosse vivo GREGORIO XVI, li scomunicherebbe sedutastante senza neanche processo.
Purtroppo è in atto una colossale mistificazione ideologica operata dai think tank americani per convincere che il liberalismo e il cristianesimo sono consustanziali. In realtà non è così.
La Chiesa Cattolica ha avuto una grande capacità di adattarsi a situazioni diverse. Mi viene in mente l'atteggimanto verso l'Impero Romano. Per i primi cristiani esso era la voce dell'AntiCristo e Babilonia. Appena Costantino e Teodosio favorirono il cristianesimo, Eusebio di Cesarea vide nell'Impero romano una creatura della Provvidenza. Così nel XIX secolo la Chiesa Cattolica, fatalmente compromessa con la Restaurazione attaccò l'Illuminismo e il liberalismo, nel XX secolo durante la guerra fredda accettò il liberalismo, per darsi un nuovo volto più "aperto e progressista" nella lotta al comunismo. Tutte strategie volte al mantenere in piedi la curia romana, idee "umane troppo umane".
Gesù Cristo non ha mai parlato di liberismo come vorrebbero Gotti Tedeschi e i quattro gatti ben pagati dell'Acton Institute, nè di socialismo o emancipazione dei poveri come vorrebbe la teologia della liberazione.
Gesù non ha parlato mai di separazione di potere. La citazione "Date a cesare quel che è di Cesare, Date a Dio quel che è di Dio" va vista nel contesto storico. Il tempio di Gerusalemme per un periodo aveva ospitato un altare di Giove Olimpio (maledetto dal profeta Daniele), ai tempi di Gesù si facevano sacrifici annuali a Cesare, c'erano all'interno i farisei e i sadducei fatalmente compromessi con i romani conquistatori. Addirittura i romani avevano tentato di mettere le insegne nella città di Gerusalemme. Infine il tempio era stato ricostruito da Erode, odiato da tutti e considerato un usurpatore perchè idumeo. Una frase del genere in quel contesto era un grande grido alla guerra santa, condito da ben note citazioni dell'AT (Abucuc, Gioele ed Isaia) che parlano in tal senso. C'erano molte condizioni politiche e religiose per una ribellione. quella frase ha un tono decisamente molto "zelota".
In quest'ottica va vista la latitanza di Efraim di Gesù e la discesa da quei monti e il percorso verso Gerico, e poi l'ingresso in Gerusalemme da uno specifico lato. In pratica Gesù vedendosi ormai alla fine fuggì da Gerusalemme e si nascose nella zona di Efraim, il sinedrio lo condannò e spiccò una sorta di mandato di cattura. Da qui la decisione di tentare il tutto per tutto entrando trionfalmente in Gerusalemme per Pasqua, dove poi fu tradito e arrestato a seguito di una vera e propria guerriglia nell'oro del Getsemani.
A Gesù non passava minimamente per la testa di andare a separare Cesare e Dio, potere politico e potere religioso. Ai suoi occhi e a quello dei giudei, Cesare era solo un usurpatore che profanava con le sue legioni e la richiesta di sacrifici nel tempio la città santa di Gerusalemme e che aveva posto Erode e la sua famiglia come governo fantoccio dedito ad un'intensa attività stragistica.
Se certi sedicenti intellettuali e teologi asini approfondissero seriamente l'esegesi biblica non direbbero certe stupidaggini generando confusione tra la gente.
Salvo Zappalà
Analizziamo la proposizione: "l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio". Chi è l'uomo? Chi è Dio? L'uomo è la creatura, Dio il Creatore. Appare evidente che esiste una enorme differenza ontologica tra Dio e l'uomo. L'uomo non è uguale a Dio, è una sua copia, che lo rassomiglia. Il rapporto tra l'uomo e Dio è un rapporto tra inferiore e superiore, lo stesso identico rapporto che sussiste tra lo schiavo e il suo padrone. Tutti i rapporti della Bibbia sono concepiti in verticale e a partire dalla subordinazione dell'inferiore al superiore. Lo schiavo è sottomesso al padrone, come la donna all'uomo, come il giovane all'anziano, come il figlio al padre, come le pecore al pastore.
La legislazione del Deuteronomio, esodo, Levitico, ammette la schiavitù, la guerra santa, la distruzione dell'apostata e dell'idolatra, nonchè la discriminazione per le donne, gli handicappati e gli stranieri.
Anche per Cristo il regno di Dio ammette un kurios (padrone) e schiavi (doulos). Essere cristiano significa essere schiavo (doulos) di Dio o schiavo di Satana. L'obbedienza della fede è upakoe, termine utilizzato anche per indicare l'obbedienza dello schiavo al padrone.
Inoltre Pera dimentica che l'uomo non solo è creatura ontologicamente inferiore a Dio suo creatore, ma è anche creatura decaduta a causa del "peccato originale", versione riveduta e manipolata del racconto della genesi. Proprio a partire dal peccato originale i padri della Chiesa hanno giustificato come conseguenza del peccato originale la schiavitù. In testa Sant'Agostino e soprattutto San Giovanni Crisostomo. La Bibbia non ha nulla a che vedere con il liberalismo.
La chiesa oggi sostiene l'eguaglianza degli uomini, i diritti dell'uomo solo perchè papi massoni come Giovanni XXIII e Paolo VI hanno traghettato la Chiesa nel modernismo. Di fatto oggi la chiesa afferma ciò che ha sempre negato (es. i diritti umani).
Benedetto XVI e Pera parlano oggi del liberalismo e della consustanzialitàcon il cristianesimo. Ma se fosse vivo GREGORIO XVI, li scomunicherebbe sedutastante senza neanche processo.
Purtroppo è in atto una colossale mistificazione ideologica operata dai think tank americani per convincere che il liberalismo e il cristianesimo sono consustanziali. In realtà non è così.
La Chiesa Cattolica ha avuto una grande capacità di adattarsi a situazioni diverse. Mi viene in mente l'atteggimanto verso l'Impero Romano. Per i primi cristiani esso era la voce dell'AntiCristo e Babilonia. Appena Costantino e Teodosio favorirono il cristianesimo, Eusebio di Cesarea vide nell'Impero romano una creatura della Provvidenza. Così nel XIX secolo la Chiesa Cattolica, fatalmente compromessa con la Restaurazione attaccò l'Illuminismo e il liberalismo, nel XX secolo durante la guerra fredda accettò il liberalismo, per darsi un nuovo volto più "aperto e progressista" nella lotta al comunismo. Tutte strategie volte al mantenere in piedi la curia romana, idee "umane troppo umane".
Gesù Cristo non ha mai parlato di liberismo come vorrebbero Gotti Tedeschi e i quattro gatti ben pagati dell'Acton Institute, nè di socialismo o emancipazione dei poveri come vorrebbe la teologia della liberazione.
Gesù non ha parlato mai di separazione di potere. La citazione "Date a cesare quel che è di Cesare, Date a Dio quel che è di Dio" va vista nel contesto storico. Il tempio di Gerusalemme per un periodo aveva ospitato un altare di Giove Olimpio (maledetto dal profeta Daniele), ai tempi di Gesù si facevano sacrifici annuali a Cesare, c'erano all'interno i farisei e i sadducei fatalmente compromessi con i romani conquistatori. Addirittura i romani avevano tentato di mettere le insegne nella città di Gerusalemme. Infine il tempio era stato ricostruito da Erode, odiato da tutti e considerato un usurpatore perchè idumeo. Una frase del genere in quel contesto era un grande grido alla guerra santa, condito da ben note citazioni dell'AT (Abucuc, Gioele ed Isaia) che parlano in tal senso. C'erano molte condizioni politiche e religiose per una ribellione. quella frase ha un tono decisamente molto "zelota".
In quest'ottica va vista la latitanza di Efraim di Gesù e la discesa da quei monti e il percorso verso Gerico, e poi l'ingresso in Gerusalemme da uno specifico lato. In pratica Gesù vedendosi ormai alla fine fuggì da Gerusalemme e si nascose nella zona di Efraim, il sinedrio lo condannò e spiccò una sorta di mandato di cattura. Da qui la decisione di tentare il tutto per tutto entrando trionfalmente in Gerusalemme per Pasqua, dove poi fu tradito e arrestato a seguito di una vera e propria guerriglia nell'oro del Getsemani.
A Gesù non passava minimamente per la testa di andare a separare Cesare e Dio, potere politico e potere religioso. Ai suoi occhi e a quello dei giudei, Cesare era solo un usurpatore che profanava con le sue legioni e la richiesta di sacrifici nel tempio la città santa di Gerusalemme e che aveva posto Erode e la sua famiglia come governo fantoccio dedito ad un'intensa attività stragistica.
Se certi sedicenti intellettuali e teologi asini approfondissero seriamente l'esegesi biblica non direbbero certe stupidaggini generando confusione tra la gente.
Salvo Zappalà