Comunicato stampa UAAR

Pubblicato il da UAAR Catania

 

Trattenuti dalla Digos, schedati e allontanati. La delegazione Uaar che stamani si è presentata alle celebrazioni per la breccia di Porta Pia è stata bloccata dalla Digos, che ha requisito i documenti di tutti e li ha restituiti solo alla fine della manifestazione. «Avevamo solo le nostre bandiere – racconta Raffaele Càrcano, segretario nazionale della Uaar – su cui è scritto soltanto il nostro nome, non avevamo cartelloni né avevamo intenzione di gridare mezzo slogan».
Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si limitava alla deposizione di una corona di fiori, mentre il cardinal Tarcisio Bertone pregava per i caduti di entrambe le parti. «Credo che, di fronte all’eliminazione di ogni forma possibile di dissenso e al completo abbandono dei principi costituzionali da parte delle autorità italiane presenti, – conclude Càrcano – si possa parlare tranquillamente di negazione del pluralismo e di fuoriuscita dalla democrazia con il solenne avallo del nostro presidente della Repubblica».

 

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I commenti più significativi dei soci UAAR Catania

 

Francesco D'Alpa:

 

Ed il 20 aprile 1849 Pio IX scriveva: " Pertanto con la Nostra Allocuzione del 29 aprile dello scorso anno pronunciata davanti a voi, dichiarammo al mondo intero essere Noi affatto alieni da quella guerra e in quel medesimo tempo rifiutammo e rigettammo da Noi un’offerta certamente insidiosissima fattaci sia a voce, sia per iscritto: offerta non solo a Noi sommamente ingiuriosa, ma anche fatalissima all’Italia, di volere cioè presiedere al governo di una certa Repubblica Italiana. Ed invero per singolare divina misericordia procurammo di compiere il gravissimo incarico impostoci da Dio stesso di parlare, di ammonire, di esortare, e perciò confidiamo che non Ci si possa rimproverare quel detto d’Isaia "Guai a me perché tacqui". E Dio volesse che le Nostre paterne voci, i Nostri avvertimenti, le Nostre esortazioni fossero stati ascoltati da tutti i Nostri figli." ( Allocuzione “Quibus, quantisque”)

 

Salvatore Zappalà:

La commemorazione di quest'anno è particolare: una sorta di riconciliazione. Non potevano apparire i pericolosi vessilli di coloro che hanno sfidato il potere vaticano con la sentenza di Strasburgo. Credimi, sono molto incazzati, perchè perderanno il ricorso. La sentenza fa il punto sui rapporti stato-chiesa. In Vaticano stanno a maledire il Card. Casaroli che ha permesso l'abrogazione dell'art. 1 del Concordato declassando il cattolicesimo a livello di tutti gli altri culti presenti in Italia.



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